Ida Rocco ci scrive:
Di solito dopo un anno dall’inizio di qualcosa di nuovo tendo a fermarmi a riflettere; faccio una specie di bilancio alla buona di quello che ho combinato nella mia vita. Non è una riflessione profonda, (non ne sono capace), più semplicemente cerco di capire se ho sprecato il mio tempo oppure ho realizzato qualcosa di costruttivo.
Un anno fa mi sono iscritta come volontaria all’associazione IL PRIMO ABBRACCIO. Doniamo coccole ai bambini più sfortunati, malati, senza genitori… Insomma una “tragedia”. Mi sono iscritta di getto, senza pensare molto. Che potevo fare io per questi bambini? Donare coccole? Io che non sono espansiva neanche con i miei figli? La vedevo dura!
Un anno fa come volontaria del IL PRIMO ABBRACCIO sono entrata per la prima volta alla Casa di Matteo. Ci sono entrata in punta di piedi, piena di paure e di incertezze, con la consapevolezza di non poter fare molto. Dovevo però tentare… Mi sono detta: “Mica sei scema?. Tenta al massimo non verrai più”.
Ero spaventata alla vista di quei bimbi tanto malati. Guardavo le infermiere, gli educatori e Tina, la mia dolcissima amica volontaria. Si destreggiavano tra pannolini, bave, sacche con il latte e tante altre cose. Non sapevo cosa fare. Ricordo benissimo il momento in cui mi è venuto incontro uno di loro sulla sua sedie a rotelle. Mi sono subito sottratta al suo abbraccio. Non riuscivo a toccare un bambino che sbavava in continuazione… non ne ero capace.
Facevo parte di un’associazione che si chiama Il Primo Abbraccio e non sapevo donare abbracci! Ad un certo punto mi si è avvicinato un altro bimbo sulla sedia di Capitan America. Mi ha colta di sorpresa mi ha immediatamente abbracciato e mi ha detto: ” Ciao, come ti chiami? Sei bella. Ti amo. Ti voglio sposare. Rimani un po’ qui con me?” Tutto di un fiato. Senza darmi il tempo di replicare. Gli ho risposto : “Ti amo anch’io”. Da quel momento io faccio parte della famiglia della Casa di Matteo. Sono una di loro. I miei bimbi speciali sono nel mio cuore sempre, in ogni momento della mia vita. Non ho più problemi con bave… cacche… muchi e altre “schifezze”.
Li abbraccio, li coccolo, canto e ballo con loro, li lavo, cucino per loro il mio riso e zucca, cambio pannolini, li accompagno a scuola qualche volta… Insomma faccio quello che fanno tutte le volontarie. Ho imparato tanto con l’aiuto delle infermiere e degli educatori che sono nella casa. Mi sono sempre sentita una persona fortunata. Ho una bellissima famiglia, stiamo tutti bene in salute e non ci manca niente. Voglio ringraziare mio marito e i miei figli che non si sono mai lamentati del tempo che sottraevo a loro.
Grazie ai miei bimbi speciali che mi hanno donato tanto amore e mi hanno resa migliore. Grazie a Gloria, presidentessa del Il Primo Abbraccio, il mio “boss” per avermi dato questa opportunità e per aver sopportato il mio carattere impulsivo. Grazie a Nunzia della Casa di Matteo per la pazienza e per le lunghe chiacchierate. Grazie a Luca e a Luigi per aver dato vita a questo mondo delle favole terreno, dove anche il dolore e la sofferenza si trasformano in un sorriso. Forse mi sto autocelebrando? Si! Sono fiera di avercela fatta e se anche una sola persona leggendo queste parole deciderà di dedicare un po’ di tempo agli altri, allora il mio anno non sarà passato inutilmente.